Ella's Secret - le Recensioni |
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Lunedì 19 Marzo 2012 10:59 | |
Ella's Secret Thefreak.it Ritorno ai segreti: nel passato dell’una, nel presente dell’altra By Redazione — febbraio 07, 2013 di Lilith Fiorillo & Marina Solimine All rights reserved “In una tranquilla domenica mattina Ella riceve una visita insapettata da parte di Helga, una donna che lei non ha mai visto prima. Entrambe le loro vite sono state condizionate dalla stessa persona, un ufficiale nazista delle SS. Helga ha una missione. Ella un segreto.” Al Teatro Millelire di Roma in scena fino al prossimo 10 Febbraio, l’opera di Harris Freedman, regista teatrale statunitense e autore cinematografico, che dello spettacolo firma anche la regia romana. L’intimità è l’elemento principe della scena, raccolta in un salotto borghese. L’ambiente casalingo della Londra degli anni ’80 ci introduce al contesto di “Ella’s Secret”, una proposta delicata, psicologica e tormentata che, attraverso l’incontro/scontro di due donne affronta in modo atipico la tragedia dell’ Olocausto Fin dai primi attimi il pubblico è parte integrante del palcoscenico. E’ la mattina di un giorno speciale, un compleanno. Nella benestante dimora di Ella (una raffinata e fragile Lydia Biondi, anche traduttrice del testo) da Monaco, irrompe Helga (Maria Antonietta Farinelli, perentoria e impeccabile nel suo ruvido personaggio). L’algida donna cerca da Ella elementi, ricordi, una testimonianza a favore del marito Eric, ex ufficiale SS imputato in uno dei tanti processi alla Storia. Due figure agli antipodi e una vita parallela, una famiglia, dei figli e quell’ uomo che, come una sottile linea rossa le tiene lontane e pure vicine. Nel passato dell’una, nel presente dell’altra. Ella infatti è un’ebrea tedesca, sfuggita alle torture e agli orrori delle deportazioni e dello sterminio nazista proprio grazie a quest’uomo che, compassionevole o forse innamorato ne permette la salvezza facendola arrivare a Parigi e regalandole la libertà. Da lei Helga pretende una chiarificazione, un memoriale vivido, particolari, fatti, episodi. Il tutto in un climax crescente di schermaglie dialogiche nelle quali le attrici si affrontano come in duello. Con movimenti circolari attraverso il mobilio che a sua volta cambia di posto. Con posture di sfida emotiva, manipolatoria, mentale. Numerosi spiragli di flashback trascinano di prepotenza lo spettatore in un orrido squarcio di secolo. Giungiamo così alla cifra stilistica dello spettacolo. Freedman infatti rende d’impatto il racconto della Shoà, non già descrivendo motivi storici, quanto insistendo sui frammenti di quotidiano, di quello che l’intento nazista produsse come miseria umana. La rievocazione passa attraverso uno scorcio che in parte ricorda i documentari Luce, con un sonoro di repertorio o l’illuminazione ad effetto. La descrizione di una metamorfosi indotta che Ella, ragazza, vedeva calare sulla sua felice esistenza di colpo asfissiata dalle leggi razziali, provoca struggimento. Un’empatia straziata trafigge chi assiste, o meglio, ascolta: si perché siamo come anche noi seduti nel salotto di Ella, osservatori invisibili della scoperta di un segreto terribile. Non un complotto, una trama, un fatto non detto di Storia. Bensì un segreto di vita, una scelta umana. In scena fino a domenica al Teatro Millelire, Via Ruggero di Lauria (Via Candia) a Roma. * * * * * * * Ella's Secret 06/02/13 teatro Ella’s Secret, la tragedia dell’Olocausto vista e vissuta col cuore di due donne La sala è al buio, pochi sono gli oggetti e misero è l'arredamento presente sulla scena. Ma è quanto basta per narrare la storia di Ella's secret, lo spettacolo offerto al Teatro MilleLire fino al 10 febbraio, una storia che vale la pena di vedere grazie soprattutto alla straordinaria bravura delle due attrici, Lydia Biondi e Michetta Farinelli. In una tranquilla domenica mattina mentre Ella è intenta a confezionare il regalo per il 40° compleanno del figlio maggiore riceve una visita inaspettata da una donna sconosciuta, tedesca e di nome Helga. La donna ha urgente bisogno di parlare con lei: suo marito, Eric, non è più lo stesso dopo il processo che ha dovuto subire per aver contravvenuto a quelli che erano gli ordini impartitigli e a cui doveva dar seguito in veste di ufficiale nazista delle SS; solo Ella può salvarlo. Ma la donna non è d'accordo, non ne vuole sapere, rifiuta di ricordare il dolore vissuto nel periodo nazista, tanto più che è ebrea. Helga ha la sua missione da compiere. Ella ha un suo segreto. Ecco dunque che l'incontro tra le due donne diventa un'occasione per potersi fronteggiare, per dar voce alla (propria) verità e/o al proprio dolore. Elle ed Helga, le due realtà a confronto dopo quarant'anni dall'Olocausto: quella di chi non si è potuta esimere dal conoscere lo sterminio, scampata giovanissima alla strage nazista e fuggita in Inghilterra, e quella di chi ha potuto volgere lo sguardo altrove, una tedesca tra i tanti tedeschi che non seppero o finsero di non sapere cosa stava accadendo. Ella's secret è stato presentato a Seattle, Washington e a Spoleto Festival. Ha debuttato a Roma per la prima volta al Teatro dell'Angelo e, visto lo straordinario successo, è attualmente in scena presso il MilleLire. La regia è di Harris Freedman, la traduzione è di Lydia Biondi (famosa in televisione per alcune fiction come Il bello delle donne, Onore e rispetto, Il sangue e la rosa, Il XIII apostolo), assistente alla regia di Giovanni Morassutti e Terase Pascale. La storia tiene incollato lo spettatore grazie al fascino sottile e drammatico del tema trattato. Lo spettacolo non offre risposte, ma solo verità ambigue che viaggiano parallele fin quasi ad incrociarsi su un unico binario tracciato dal sentimento comune delle due donne: un viaggio che porterà una delle due a soccombere, ancora una volta, o forse entrambe. Chi ne uscirà indenne? di Costanza Carla Iannacone * * * * * Ella's Secret MERCOLEDÌ 30 GENNAIO 2013Ella's Secret di H. Freedman - Teatro Millelire, fino al 10 febbraio. Memoria e culturaDi Alessandro Giova Ella's secret è finito in cartellone al Millelire proprio attraversando il giorno della memoria. Non è un caso che si siano scelte le tre settimane che vanno dal 20 gennaio al 10 febbraio. La lunga permanenza di questo spettacolo, in un teatro che ha offerto quasi sempre una settimana di programmazione, non ha solo un valore di ricordo, ma testimonia anche la grande fiducia che la direzione artistica ha riposto in questa messa in scena. Non è certo contro ogni logica, perché è per testo e interpreti forse uno dei migliori appuntamenti della stagione. Ora, si sente quà e là, disquisire riguardo al giorno della memoria, si sentono tante belle esternazioni pubbliche, si sente spesso e volentieri anche dire che la cultura è importante e va sostenuta. Benissimo, legittimo, ma dunque dov'è che sono? E non si parla tanto della gente comune - quella cui sono indirizzati i ricordate o acculturatevi - si parla piuttosto dei militanti, i tanti che di memoria e cultura fanno vessillo. Perché avendo noi il vizio della chiacchiera, veniamo spesso in contatto fuori con gli altri spettatori e, riveliamo, che a mancare non è tanto la gente comune - seppur in numero non eccessivo - bensì gli altri, gli sbandieratori delle belle parole. Dunque, rivolgiamo a tutti - alla gente comune, più polemicamente agli sbandieratori - questo messaggio: andate, è memoria e cultura. La sala del Millelire cambia ancora la sua conformazione, tutte le volte che siamo andati abbiamo sempre trovato una struttura di accoglienza per il pubblico diversa. Questa volta è diventata quasi un'arena, con il pubblico che andava a circondare la scena: due platee, disposte l'una di fronte all'altra, legate da una fila di posti laterali. All'interno del recinto umano, Ella's Secret, testo già rappresentato con successo negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, la firma in calce di Harris Freedman, drammaturgo di livello internazionale, da qualche anno impegnato in Italia e che firma anche la regia. Una scommessa di grande prestigio per il novello Millelire. Le stesse due interpreti - Lydia Biondi e Maria Antonietta Farinelli - sono nomi noti e di qualità, divise tra teatro e cinema. Una scelta ricaduta sul Millelire perché può offrire intimità e verità ad una storia molto dialogata, per stringerla in un affettuoso abbraccio, per poterla sussurrare piano, per poterla accogliere col riserbo che si dedica ai morti. Ella, donna ebrea scampata al massacro rifugiandosi in Inghilterra, una domenica mattina riceve la visita di Helga, donna che lei non ha mai visto, austriaca cresciuta nella Germania di Hitler. La donna arriva pronunciando il nome d'un uomo che fa tremare Ella, un ufficiale nazista delle SS. Marito di Helga, fu lui a favorire 35 anni prima la fuga di Ella: perché un ufficiale delle SS corre il rischio di perdere vita e carriera, per occultare un'ebrea e favorire la sua fuga? In questa domanda è racchiusa forse la pulsione principale che ha spinto Helga fino a Londra, Ella deve possedere un segreto e lei è decisa a scoprirlo. In una messa in scena che - per le dette doppie platee poste parallelamente - produce un effetto di campo e controcampo, è chiaro che l'obiettivo sia prima di tutto ricreare un effetto cinema, non solo perché le attrici si offrono continuamente da prospettive diverse - pur non essendo uno spettacolo "ballerino", ovvero troppo movimentato - ma anche perché spesso e volentieri un intermezzo musicale ha introdotto un cambio scena finalizzato al cambio di prospettiva, ruotando l'angolazione della stanza e dei suoi oggetti, in poche parole un cambio d'inquadratura, cosa - questa sì! - che per la prima volta vediamo a teatro. Il disegno luci di Dario Aggioli colora e anima un habitat confortevole alla vista. Quel che resta è un testo che percorre un tempo di 2 ore e 35 minuti - della vita scenica, lo spettacolo dura circa la metà - in cui le due donne attraversano vari stati emotivi, sono soggette a continui cambiamenti, pur rimandendo intrappolate nel salotto di Ella, tra un tè e un sandwich. Quel che più tocca è vedere come Helga, pur trovandosi nel salotto di Ella e avendola davanti a sé, stenti ancora, dopo anni dalla caduta del regime, a rinoscere in lei la persona e non l'ebrea, dunque riassume perfettamente lo spirito nazista, di cui lei nostalgicamente ancora nutre l'ideologia; ma anche - non meno colpevole - di ha taciuto, di chi è stato testimone muto e in fondo nutriva odio. Non c'è azione, ma è un moto interno che alimenta e brucia lo spettacolo, domande, interrogazioni, confronti anche duri e memoria, memoria che esce inevitabilmente, che fa un balzo all'indietro, all'improvviso, una domanica mattina alle 10, fa un balzo di 35 anni nel pieno del regime nazista. Un testo il cui movimento è dettato dal dialogo, ha bisogno necessariamente di due attrici impeccabili, in continua tensione l'una verso l'altra, che non perdano un attacco ed abbiano delle sfumature tali da illuderci che quello non è un teatro, ma il salotto di Ella. Lydia Biondi ci restituisce una piccola donna ricca di variazioni, dagli attacchi ironici al più intimo spavento, con una precisione chirurgica, tanto da trovare delle sfumutare che rendono persino plausibile in quella donna adottata da un nuovo stato, un qualcosa di tipicamente inglese. Anche Maria Antonietta Fanirelli costruisce un personaggio solido, robusto, germanico, impenetrabile, che tuttavia non riesce a nascondere dietro la corazza le debolezze. La loro cresciente tensione aumenta costantemente, tramutandosi alla fine quasi in un movimentato duello, da cui emergono echi, che sono i muti e assordanti riverberi della Storia e di chi è restato indifferente. Delicato e garbato. A.G. ELLA'S SECRET * * * * * Olocausto a confronto 24 GENNAIO 2013 di Giulia Bornacin Cosa non si è ancora raccontato dell’Olocausto? Cosa ancora non sappiamo? Quali le verità ancora non dette e quali le vere conseguenze di un evento che, ancora oggi, è oggetto di film, libri e documentari? L’intento del regista e autore Harris Freedman non è dare delle risposte, ma provocare delle riflessioni con il suo “Ella’s secret”. A quasi un anno dal debutto italiano, torna in scena al teatro Millelire di Roma riscuotendo nel pubblico le stesse reazioni che ha suscitato nelle numerose repliche statunitensi, britanniche e italiane (Festival dei Due Mondi di Spoleto 2012): la voglia di raccontare la propria esperienza. Un Ufficiale nazista delle SS unisce il destino di due donne. In una piovosa domenica londinese degli anni ‘80, Ella (Lydia Biondi) riceve la visita inaspettata, e probabilmente meditata da anni, di Helga (Michetta Farinelli) che cerca una vendetta per tutte le sofferenze inflittele dall’Ufficiale Eric durante i loro quarant’anni di matrimonio. Grazie ad Eric, Ella, tedesca di origine ebrea, giovanissima riesce a fuggire dalle persecuzioni che avvengono a Colonia trovando terreno fertile per una vita apparentemente serena a Londra. Nasconde, infatti, alla famiglia la vera paternità del primogenito che scopriamo essere di Eric, all’epoca, e per tutta la vita, innamorato di lei. Tra le due, un dialogo serrato e denso di tensione che vede Ella irrimediabilmente interrogata sulle ragioni di un’ingiustificabile strage ed Helga giustificante, ingabbiata come tanti tedeschi ancora oggi nel fingere di non sapere cosa stesse accadendo all’epoca che non ha altra risposta se non: “Erano gli ordini!”. La sensibilità del pubblico viene messa a dura prova dal testo che porta ora a schierarsi dalla parte di una, ora dell’altra. Nonostante ciò, la superlativa interpretazione e presenza scenica della Biondi dà del filo da torcere alla Farinelli, aiutata dal phisique du rôle e dal carattere rigido e austero tipico di un personaggio tedesco Poco chiari ma suggestivi i numerosi cambiamenti degli oggetti scenici, ad opera di due serve di scena, che lasciano il tempo di capire e metabolizzare il testo pungente, acuto ed emotivamente provocante con il quale Freedman ha saputo portare alla luce nuovi punti di vista e riflessioni sulla questione Olocausto. In scena fino al10 febbraio 2013 UN PO’ DI PIU’ L’AUTORE E REGISTA Harris Freedman è autore e regista teatrale e cinematografico. Nato a New York, la sua vita privata e professionale si è svolta sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna, ed i suoi testi sono stati rappresentati in ambedue i paesi. Da qualche anno vive e lavora in Italia, dove oggi viene presentato in prima nazionale Ella’s Secret, già sul palcoscenico di Seattle, Washington (USA), presso l’Ethnic Cultural Centre Theatre. Autore conosciuto in tutto il panorama anglosassone, le sue opere hanno circolato in importanti teatri statunitensi e britannici. Nel 1999 il suo testo Something in Common è stato invitato al Festival di Edinburgo e in seguito ripresentato a Londra al Warehouse Theatre; Selling Off ha debuttato a NYC, Off-Broadway al John Houseman Theatre; a Londra sono stati presentati anche Moscow Shadows (New End Theatre), A Minute of Silence (Gatehouse Theatre) e il suo Tchaikovsky al Tristan Bates Theatre del Covent Garden. Uno dei suoi più recenti lavori, The Thieves Road, ha vinto il prestigioso Moondance International Film Festival 2011 e una sua sceneggiatura, Broken Thread, è diventata un film prodotto nel 2007 da Deepak Nayar (produttore di Bend it like Beckham, Buenavista Social Club, Bride and Prejudice, Mistress of Spices (le riprese hanno avuto luogo in India e in Inghliterra). Nel 2011 è stato pubblicato il suo primo romanzo, Irina’s Eye. Diversi altri lavori di Freedman sono stati premiati in importanti competizioni e concorsi teatrali. Freedman è inoltre membro del Dramatists Guild (NYC), English PEN (UK), Society of Authors (UK) e membro associato dell’International Playwrights Forum (IPF). Tra i suoi testi si ricordano inoltre: Peanut Butter & Jelly, There Aren’t Any, The Sacred Thread, Whisper of Wings, A Death in Brooklyn, Tchaikovsky, Lunch With Sandy, The Family Jewels, Southern Justice, My Name Isn’t Judit, The Post Office, Irina’s Eye. IN MERITO A… (tratto da: L’Olocausto di Martin Gilbert, Giustizia non vendetta di Simon Weisenthal) Gli eventi narrati in Ella’s Secret sono inquadrati nella storia della comunità ebraica di Colonia, comune a quella di molte altre città tedesche. La zona dell’attuale area urbana già nel 50 a.C. era conosciuta dai Romani, che cento anni dopo ci stabilirono un avamposto romano fondando la città Colonia Claudia Ara Agrippinensis. Dal 321 d.C. con l’Editto di Costantino, per una serie di motivazioni concomitanti ebbero inizio le persecuzioni nei confronti della comunità ebraica. La prima Sinagoga fu distrutta per ben tre volte fino all’epoca dell’espulsione del 1424 e anche la prima Crociata portò morte e distruzione. Le mura del ghetto furono erette nel 1106 e nei centoventi anni successivi gli ebrei furono protetti da apposite leggi solo a fronte di gravose tasse imperiali. Nei secoli successivi furono sempre più discriminati ed emarginati, fino all’espulsione Solo nel ‘700, con l’annessione della Renania alla Francia, gli ebrei possono rientrare previa richiesta di permessi di residenza. Quando, nel 1815, la regione viene incorporata alla Prussia, circa mille ebrei vivono a Colonia, ma otterranno l’uguaglianza dei diritti civili solo quarant’anni dopo. All’avvento del Nazismo, i 20.000 ebrei residenti a Colonia rappresentano il 2,5% della popolazione: il vento nero che nella primavera del 1933 si abbatte sulla Germania non risparmia questa grande comunità, ebrei e oppositori politici sono torturati e uccisi, i libri ebraici vengono bruciati sulla Piazza della Università. Gli ebrei polacchi ivi residenti vengono deportati nel 1938 e la terribile “Notte dei cristalli”, nel novembre dello stesso anno, distrugge libri, sinagoghe e negozi e all’inizio della seconda guerra mondiale; il 1°settembre 1939, più del 40% della popolazione ebrea della città è emigrato. Chi rimane viene costretto a sottostare a coprifuoco, razionamento di cibo e discriminazioni varie. Due anni dopo gli ultimi residenti nel ghetto vengono deportati a Est, inclusi gli ariani sposati con un ebreo. Destinazione: Theresienstadt, Lodz, Rega, Lublin (Majdenak), Minsk, Auschwitz. Al termine della guerra, nel ’46, solo 600 ebrei faranno ritorno in città.
* * * * * mercoledì 30 gennaio 2013 - E
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Recensione:
Finalmente arriva anche sulle scene italiane “Ella’s secret” di Harris Freedman nella traduzione di Lydia Biondi e con la regia dello stesso autore. Laddove la Storia e le storie si incrociano nascono sempre racconti densi. In particolare quando il capitolo della Storia preso in considerazione è il nazismo e quando le storie sono quelle interdipendenti di due donne, una tedesca (Helga) e una ebrea (Ella). È l’occasione ideale per un confronto serrato e privo di sconti tra due punti di vista diversi sul momento più buio della coscienza europea contemporanea. Lo spettacolo, articolato in più scene rappresentate nello stesso ambiente, inquadrato da prospettive diverse, si traduce in un dialogo-inchiesta in cui l’una cerca di scavare nella storia dell’altra e nelle sue convinzioni più profonde. Specialmente quelle che riguardano il rapporto con la Legge, rapporto a suo modo fondamentale tanto nel popolo tedesco quanto in quello ebraico. L’inchiesta svela infine quanto i destini di Ella ed Helga (come quelli dei loro rispettivi popoli) siano indissolubilmente legati. Il testo è denso e la rappresentazione, come si diceva, serrata, nel ritmo crescente dei dialoghi incalzanti che mette alla prova l’intesa - che forse può affinarsi ancora meglio - tra le due brave protagoniste: Lydia Biondi (sì, la traduttrice) e Michetta Farinelli. Le due tengono l’attenzione alta per un’ora e mezza, dando corpo e carattere ai personaggi dilemmatici di Freedman, che esitano a parlare ma bramano di farlo, che fanno finta di partire tradendo la voglia di restare, vorrebbero vivere nel presente ma avvertono irresistibile il richiamo del passato. Parte integrante della rappresentazione sono le musiche e i suoni, che portano indietro nel tempo o evidenziano gli stati d’animo dei personaggi sul palco arredato con sobrietà. Ma le vere protagoniste dello spettacolo di Freedman, più delle musiche e forse anche più della buona interpretazione fornita dalle attrici, sono le parole, le storie narrate, strumento ineliminabile - mai ripetitivo - della memoria. |
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http://www.artapartofculture.net/2012/03/15/ellas-secret-quando-la-memoria-dellolocausto-porta-alla-liberazione-di-pino-moroni/
ella’s secret. quando la memoria dell’olocausto porta alla liberazione
di Pino Moroni
Londra, anni ’80: la condizione umana riflette sugli eventi della grande storia.
Due donne (una ebrea ed una tedesca), in contrapposizione ideologica, ma con un segreto comune, cercano dentro se stesse, le verità nascoste degli anni ‘30/’40: quelli della tragedia dell’Olocausto con le sue inevitabili conseguenze.
Nella Sala Ridotto del Teatro dell’Angelo, Harris Freedman, conosciuto e premiato autore e regista teatrale, un signore dall’aspetto inglese ma dai modi schivi e concreti del newyorkese è tra il pubblico a vedere la messa in scena italiana del suo “Ella’s secret”.
“Mr. Freedman?” E’seduto lì vicino. “Si, sono io.” Mi risponde in italiano. “Possiamo parlare della sua storia e della sua regia?” Purtroppo nulla di fatto, lo spettacolo incomincia.
Londra negli anni ’80, era una città moderna, con la finanza rampante arrivata da tutto il mondo, con un rinnovamento in atto in ogni settore, sociale, urbanistico ed artistico. La città che attirava le nuove generazioni, con un continuo aumento della popolazione dovuto ai grandi risultati dell’economia ed alla sua accresciuta immagine positiva.
E così la ricordano tutti.
Ma la stanza che viviamo, immersi nella Sala Ridotto, è quella di una persona tra i 50 e 60 anni, che ancora ascolta arie di opere alla radio, ha un vecchio scrittoio, un attaccapanni antiquato, offre tè e tramezzini per pranzo ed attende la visita di figli e nipoti. Quanto di più quieto borghese di vecchio stampo. Ella è una scampata alla strage nazista della Comunità ebraica di Colonia (1938), riuscita a riparare a Londra con l’aiuto di Eric, un ufficiale nazista delle SS. Si è sposata con un inglese ed ora vive una vita normale, come tanti altri, avendo ormai rimosso ogni memoria del suo passato.
In questa statica situazione, non toccata dal dinamico, rinnovato mondo esterno, ecco irrompere Helga, moglie di Eric, l’ufficiale delle SS, vissuta invece nella Germania di Hitler, nel rispetto delle leggi da lui emanate, anche se fatte di violenza, di guerra, di sterminio, di follia. Ubbidiente senza un minimo di critica, fingendo di non sapere quello che stava drammaticamente accadendo, come tanti altri tedeschi, ignavi.
Per le due donne è il momento della verità, la resa dei conti con il passato.
Entrambe si rendono giudice, l’una dell’altra, in una ambiguità di ruoli tra vittima e carnefice. Si attraggono e si respingono, seguendo sempre due piani paralleli costituiti dal quotidiano degli anni ’80 e dal contesto storico degli anni ‘30/’40. In una circolarità, fatta di analisi storiche ed errori personali, sempre più ossessiva, fino a trovare nella musicale, ritmata tensione finale una dolorosa rivelazione, che è anche una liberazione, per entrambe.
L’elemento più inquietante di tutta la scena sono due album su un tavolo che spargono intorno fotografie di famiglia, sulle quali le due interpreti trovano le loro somiglianze di madri di famiglia, al di là delle loro ideologie. A volte i due piani si intrecciano in un pathos personale-storico come ad esempio nei racconti della perdita del nonno di Ella nella ‘Notte dei cristalli’, quando gli ebrei furono perseguitati ed uccisi anche da gente comune, o la morte del padre di Helga, ucciso in guerra. Ma l’oggetto del contendere è poi sempre Eric, l’ufficiale delle SS, per il quale le due donne sottendono, accusandolo ed assolvendolo, un sentimento profondo. Con una recitazione intensa, dai toni sordi, rancorosi, pressanti che si sciolgono a tratti in toni educati, rispettosi, intimisti.
Nella scena finale (la fortuna della Sala Ridotto) ho avuto davanti la faccia espressiva, commossa e felicemente appagata di Lydia Biondi, che ha dato vita, insieme ad Antonio Calenda, Piera Degli Esposti e Jimmy Gazzolo, al primo teatro off romano il “Teatro 101” ed ha fondato la prima scuola di mimo, fusa poi con Roy Bosier nella MTM (mimoteatromovimento).
Direttore artistico del Fontanone Estate negli anni 1996/2006, la Biondi ha lavorato, come del resto l’altra interprete Michetta Farinelli, oltre che in laboratori teatrali, in fiction televisive e film con registi di rango.
Prima che l’autore e regista Harris Freedman fosse circondato da amici e spettatori ho catturato questa sua impressione: “ Una performance che mi ha reso soddisfatto al pari di quelle in lingua inglese (suoi testi sono stati presenti in Gran Bretagna, negli Stati Uniti ed in altri paesi anglofoni n.d.r.). Merito anche della recitazione delle due attrici e della traduzione di Lydia Biondi, che ha capito lo spirito dell’opera.”
E Lydia Biondi: “Non è facile portare avanti un testo così intenso, circolare e ripetitivo, ma sempre con parole diverse, per poter raggiungere lo scopo finale.
Si rischia, nella dinamica di una tale rappresentazione, di entrare spesso in un cerchio più avanti o più indietro nel tempo del testo e questo congegno ad orologeria funziona solo mettendoci il massimo dell’impegno”.
Ella's Secret
Press Release
L’associazione Culturale mtm mimoteatromovimento
presenta
ELLA’S SECRET
di Harris Freedman
con Lydia Biondi e Michetta Farinelli
regia Harris Freedman
traduzione Lydia Biondi
Teatro dell’Angelo (sala Ridotto)
8-25 marzo 2012
da giovedì a sabato ore 21 – domenica ore 18
“Noi, i sopravvissuti, non siamo i veri testimoni.
I veri testimoni sono gli annegati, i sommersi, gli annientati”
I sommersi e i salvati, Primo Levi
In una tranquilla domenica mattina, Ella riceve una visita inaspettata da parte di Helga, una donna che lei non ha mai visto prima. Entrambe le loro vite sono state condizionate dalla stessa persona, un ufficiale nazista delle SS.
Helga ha una missione, Ella ha un segreto.
IL TESTO
"Ella’s Secret", già rappresentato negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, è un’opera delicata e toccante che affronta la grande tragedia dell’Olocausto attraverso l’incontro/scontro di due donne. Ambientata nella Londra degli anni ’80, la storia di Ella, scampata alla strage nazista quando giovanissima è riuscita a riparare in Inghilterra, e di Helga, vissuta nella Germania di Hitler, mette drammaticamente a confronto due realtà inconciliabili: quella di chi non si è potuto esimere dal conoscere lo sterminio e quella di chi ha potuto volgere lo sguardo altrove, tedesca tra i tanti tedeschi che non seppero o finsero di non sapere cosa stava accadendo.
A quarant’anni dall’Olocausto le due donne si fronteggiano, affrontando il nodo di un legame che le accomuna e al tempo stesso le separa. Sarà il momento della verità, motivo di una spietata analisi storica e dolorosa indagine del proprio personale vissuto.
IL CONTESTO
Gli eventi narrati in Ella’s Secret sono inquadrati nella storia della comunità ebraica di Colonia, comune a quella molte altre città tedesche. La zona dell’attuale area urbana già nel 50 a.C. era conosciuta dai Romani, che la chiamarono Oppidum Ubiorum. Cento anni dopo, l’Imperatore Claudio ci stabilì un avanposto romano fondando la città Colonia Claudia Ara Agrippinensis, dove già con l’Editto di Costantino, nel 321 d.C. si imposero gravi oneri alla comunità ebraica. La prima Sinagoga fu distrutta per ben tre volte fino all’epoca della espulsione del 1424, e nel 1096 anche la prima Crociata portò morte e distruzione alla comunità ebraica. Le mura del ghetto furono erette nel 1106 e nei centoventi anni successivi gli ebrei furono protetti da apposite leggi solo a fronte di gravose tasse imperiali.
A metà del XIV° secolo, quando la Peste Nera invase l’Europa, una turba di gente inferocita si riversò nel quartiere ebraico durante la notte di San Bartolomeo accusando gli ebrei di essere gli “untori”. La comunità venne sterminata, in parte nell’incendio che distrusse la Sinagoga, in parte brutalmente assassinata, mentre Vescovo e Municipalità reclamarono le proprietà degli ebrei. Solo nel 1372 gli ebrei vengono riammessi in città, senza peraltro essere autorizzati a reclamare alcuna proprietà posseduta in precedenza. Nei decenni successivi vengono emanate leggi che impediscono loro di assumere personale cattolico, impongono di indossare determinati abiti e, nel 1424 li espellono dalla città, ammettendoli solo negli orari diurni per gli affari. Sono riammessi solo tre secoli dopo, con l’annessione della Renania alla Francia, previa richiesta di permessi di residenza. Quando, nel 1815, la regione viene incorporata alla Prussia, circa mille ebrei vivono a Colonia, ma otterranno l’uguaglianza civica solo quarant’anni dopo.
All’avvento del Nazismo, i 20.000 ebrei residenti a Colonia rappresentano il 2,5 % della popolazione: il vento nero che nella primavera del 1933 si abbatte sulla Germania non risparmia questa grande comunità; ebrei e oppositori politici sono torturati e uccisi. Anche nel 1933 libri ebraici bruciati sulla Piazza della Università. Gli ebrei polacchi ivi residenti vengono deportati nel 1938, la terribile “Notte dei cristalli”, nel novembre dello stesso anno, distrugge libri, sinagoghe e negozi e all’inizio della seconda guerra mondiale, il 1°settembre 1939, più del 40% della popolazione ebrea della città è emigrato. Chi rimane viene costretto a sottostare a coprifuoco, razionamento di cibo e discriminazioni varie. Due anni dopo gli ultimi residenti nel ghetto vengono deportati a Est, inclusi gli ariani sposati con un ebreo. Destinazione: Theresienstadt, Lodz, Rega, Lublin (Majdenak), Minsk, Auschwitz. Al termine della guerra, nel ’46, solo 600 ebrei faranno ritorno in città.
(il materiale informativo è tratto da: L’Olocausto di Martin Gilbert, Giustizia non vendetta di Simon Weisenthal)
Nota di Regia
Mi è stato chiesto di scrivere una nota di regia, però non posso farlo senza la collaborazione dell'autore, cioè me stesso. Come drammaturgo sentivo che un giorno avrei dovuto scrivere su quello che è successo dal 1933 al 1945 in Europa. Ho conosciuto bene parecchi sopravvissuti dell'Olocausto, persone che erano nei campi di concentramento quando sono stati liberati dopo la guerra. Ho fatto tante ricerche però dato che l'Olocausto è un soggetto grande e complesso, non sapevo come e dove iniziare. Ci sono sempre stati tanti film, programmi televisivi, libri, ed ogni anno ve ne sono di nuovi. Sembra che l'interesse nella storia del nazismo e dell’antisemitismo, dell'Olocausto, non finisca mai. Che cosa potrei aggiungere?
Quello che i nazisti hanno fatto in Germania dal 1933 al 1945, e in tutti i paesi dell'Europa occupata è incomprensibile. È successo in Germania, un paese 'civilizzato', 'colto', Cristiano. È successo sotto gli occhi di tutti: Europa, Stati Uniti, Vaticano, eppure nessuno ha provato a salvare gli ebrei, se non qualche laico, o preti e suore individuali. Dopo molte ricerche ho completato il copione di Ella's Secret. Come tutti gli scrittori ero al tempo stesso sia orgoglioso che preoccupato, perchè l'Olocausto è il più esaminato e conosciuto evento del ventesimo secolo, e volevo rispettare i sopravissuti. Ho deciso di presentare alcune letture, senza prevedere le reazioni che hanno finito per provocare. Più che le mie annotazioni sulla messa in scena, credo sia appunto significativo raccontare alcuni aneddoti sulle precedenti presentazioni del testo.
Durante l'intervallo della prima lettura la sala si è svuotata, ma una donna anziana è rimasta seduta da sola. Le ho chiesto se tutto andasse bene. “No.” “Posso fare qualcosa per Lei?” “No, il suo copione mi ha sconvolta. Vorrei parlare con Lei più tardi. Adesso vorrei essere lasciata da sola.” Al termine della lettura si è alzata in piedi e ha rivelato che suo padre era ad Auschwitz insieme a Primo Levi, però non era sopravissuto. Era un ebreo tedesco utilizzato come interprete fra tedeschi e italiani, Primo Levi e gli altri al loro arrivo ad Auschwitz da un campo d'internamento a Fossoli, vicino Modena. Nei libri di Levi viene chiamato Flesch.
Anche mio amico Mark, venuto senza sapere di cosa trattasse il copione, si sentì spinto a raccontare la sua storia di sopravissuto dell'Olocausto, la stessa narrata nel famoso fumetto 'Maus', scritto da suo cugino. Aveva cinque anni il 1 settembre 1939 quando i nazisti invasero la Polonia dall’ovest, e i russi dall’est, l'invasione che ha segnato l’inizio della seconda guerra mondiale. Mark e la sua famiglia si nascosero: i genitori lo travestirono da bambina dicendogli che se fosse stato scoperto non avrebbe dovuto dire neanche una parola, solo sorridere, continuamente, niente di più. Quando un ufficiale delle SS mise il tamburo della rivoltella nella bocca di Mark, lui lo guardò dritto negli occhi e continuò a sorridere. Alla fine l’uomo, guardando il bambino, disse: “mi ricordi mia figlia”. E ritirò la rivoltella.
A Londra, durante una lettura privata, un uomo anziano mi prese da parte dicendomi che era la prima volta da cinquant'anni a questa parte che si commuoveva fino alle lacrime. Mi ringraziava, raccontandomi che anche lui era ad Auschwitz con Primo Levi. Alcuni mesi dopo mi sono trovato di nuovo faccia a faccia con lui, che mi ha abbracciato guardandomi negli occhi, dicendomi:“Harris, a causa tua e del tuo copione ho preso una decisione: prima di morire devo scrivere quello che è successo a me durante la guerra”.
L’AUTORE
Harris Freedman è autore e regista teatrale e cinematografico. Nato a NYC, la sua vita privata e professionale si è svolta sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna, ed i suoi testi sono stati rappresentati in ambedue i paesi. Da qualche anno vive e lavora in Italia, dove oggi viene presentato in prima nazionale Ella's Secret, già sul palcoscenico di Washington, USA, presso l’Ethnic Cultural Centre Theatre. Autore conosciuto in tutto il panorama anglosassone, le sue opere hanno circolato in importanti teatri statunitensi e britannici. Nel 1999 il suo testo Something in Common è stato invitato al Festival di Edinburgo e in seguito ripresentato a Londra al Warehouse Theatre; Selling Off ha debuttato a NYC, Off-Broadway al John Houseman Theatre; a Londra sono stati presentati anche Moscow Shadows (New End Theatre), A Minute of Silence (Gatehouse Theatre) e il suo Tchaikovsky al Tristan Bates Theatre del Covent Garden. Uno dei suoi più recenti lavori, The Thieves Road, ha vinto il prestigioso Moondance International Film Festival 2011 e una sua sceneggiatura, Broken Thread, è diventata un film prodotto nel 2007 da Deepak Nayar:Bend it like Beckham- Buenavista Social Club-Bride and Prejudice-Mistress of Spices (le riprese hanno avuto luogo in India e in Inghliterra). Nel 2011 è stato pubblicato il suo primo romanzo, Irina's Eye. Diversi altri lavori di Harris sono stati premiati in importanti competizioni e concorsi teatrali. Harris è inoltre membro del Dramatists Guild (NYC), English PEN (UK), Society of Authors (UK) e membro associato dell’International Playwrights Forum (IPF). Tra i suoi testi si ricordano inoltre: Peanut Butter & Jelly, There Aren’t Any, The Sacred Thread, Whisper of Wings, A Death in Brooklyn, Tchaikovsky, Lunch With Sandy, The Family Jewels (I Gioielli di Famiglia), Southern Justice, My Name Isn't Judit, The Post Office (L'ufficio Postale), Irina's Eye.
LE INTERPRETI
Lydia Biondi
Toscana di nascita, vive a Roma da molti anni. Diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1966, è stata parte dei movimenti teatrali di quegli anni, lavorando a lungo con il Dioniso Teatro, diretto da Giacarlo Celli . Attiva anche nel gruppo Nuova Consonanza (Guaccero, Macchi, Bussotti, Curran…) oltre che il diploma al CSC, Lydia conta nella sua formazione lo studio professionale della danza (Scuola di Daria Collins a Firenze e Evans Dance School) e del Mimo, tecnica Decroux, con il Maestro svizzero Roy Bosier. Dopo la stagione delle avanguardie romane, ha fatto parte per quattro anni della celebre compagnia dei MUMMENSHANZ, trasferendosi a New York e compiendo con loro un lunghissimo tour in tutto il mondo. Rientrata in Italia, pur collaborando saltuariamente con i Mummenschanz, riprende la sua attività di attrice, coreografa e insegnante di Teatro.
Lavora in cinema e TV con Fellini, Pasolini, Rossellini, Steno, Samperi, Amelio, Baldi, Pompucci, Gregoretti, Frazzi, Salerno, Nichetti, Tavarelli, Hallstrome, D’Alatri, Poeti, Cimpanelli, Ponzi, Negrin, Amurri e più recentemente in produzioni americane qualiRome della HBO, Miracle at St. Ana regia di Spike Lee, Letters to Juliet regia di Gary Wienick, con Vanessa Redgrave, Eat! Pray! Love! regia di Ryan Murphy, con Julia Roberts .
In teatro lavora con Cobelli, Rascel,Gregoretti, Panici, Fallucchi, Bigai, Castagna, Cavallo, Marini, Gucciardini, De Martino e molti altri. Per dodici anni è stata direttore artistico del festival Fontanonestate. In lirica ha curato le coreografie di numerosissime opere come Elisir d’Amore, Orfeo ed Euridice, L’angelo di Fuoco, I Pagliacci, Il Tabarro, I Lombardi alla prima crociata, le Cinesi, il Macbeth, Turandot, Lucia di Lammermoor in teatri come La Scala, il San Carlo di Napoli, il Carlo Felice di Genova, Il Cervantes di Malaga, La Maestranza di Siviglia, l’Opera di Zurigo e recentemente l‘Erode Atticus di Atene. Ha condotto laboratori di Commedia dell’Arte a New York, Toronto, Bogotà, Parigi, Omsk (Siberia), Saratov, Ufa, Mosca (Russia). E’ direttrice artista dell’Associazione culturale MTM mimoteatromovimento.
Negli ultimi anni ha inoltre preso parte, in ruoli di coprotagonista, a numerose fiction televisive, tra cui “La Squadra”, “Compagni di banco”, “Il bello delle donne”, “Diritto di difesa”, ”Onore e rispetto”, “Il Sangue e la Rosa”, “Aldo Moro”, “Piper”, “Ris”, SOS befana”, “Anna e i cinque”, “L’Isola”.
Maria Antonietta Farinelli
Conosciuta come Michetta Farinelli, si diploma in recitazione presso lo Studio Fersen di Roma. Studia Danza Classica e moderna e frequenta laboratori teatrali tra cui quelli di Giancarlo Nanni, Eugenio Barba e Vittorio Gassman. Lavora in cinema con nomi del calibro di Massimo Troisi (Ricomincio da tre), Luigi Comencini (Voltati Eugenio), Sergio Rubini (Prestazione Straordinaria) e Giuseppe Ferrara (Il caso Moro). Nel corso delle moltissime esperienze televisive collabora con un grande numero di registi partecipando, fra l’altro, a fiction storiche come “I ragazzi della terza C” di Claudio Risi, “Casa Vianello” di R. Gigli, ”Un posto al sole” di Carnacina, “Camici Bianchi” di Amatucci, ”Carabinieri” di Mertez, “La Omicidi” di Milani, “La Squadra 1” di Molteni, “La Squadra 5” di Amatucci. Tra le numerose collaborazioni teatrali diverse regie di A. Scandurra su testi di Agata Christie, di Mario Ricci (Penthesilea di H. Von Kleist); di Marco Belocchi (L’uomo ombra di D. Hammet e La scala a chiocciola di M.R.Rinehart), di M. Fallucchi (Il ballo dei ladri di J. Anouihl, Il fantasma dell’Opera di G. Leroux e Assassinio sull’Orient Express di A. Christie, per la Notte Bianca di Roma). E’ stata inoltre diretta da Paolo Emilio Landi, Daniele Lucchetti e Paolo Modugno. E’ apparsa in Nozze di sangue di F.G. Lorca (regia di M.Rigillo) e ne L’impresario teatrale di W. A Mozart, regia di E. Castiglione (Festival Mozartiano al Teatro Quirino). Michetta ha inoltre collaborato con le più importanti società di doppiaggio, tra le quali: CVD, SAS, CDC…. Ha partecipato come protagonista, a molte trasmissioni radiofoniche e conduce regolarmente laboratori professionali di teatro.
Teatro dell’Angelo (sala Ridotto)
8-25 marzo 2012
da giovedì a sabato ore 21 – domenica ore 18
Via Simone De Saint Bon, 19 00195 Roma
Informazioni e prenotazioni - 06.37513571, 06.37514258, Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Ringrazia
Leone Paserman, Enrico Molinaro
Letizia Barone, Emanuela Chiacciaguerra, Chiara Di Pietro, Giovanni Morassutti, Angelica Palmieri, Maria Santirocco
Photo: La Sinagoga di Siegen in fiamme durante la notte dei cristalli Foto gentilmente concessa da Yad Vashem
Organizzazione
Chiara Di Pietro – 329.4234922, Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Ufficio stampa
Donatella Codonesu - 338.5077434, Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.